Osservatorio | Gennaio 2025
Tra fondamentali rassicuranti e piroette della FED i mercati ballano il tango
In sintesi:
- L’avvio del 2025 è stato turbolento per azioni e obbligazioni, che da oltre un anno danzano il tango con casqué.
- Molte le spiegazioni avanzate dagli analisti per l’ultimo rialzo dei tassi a lunga, ma la ragione è più semplice: la FED ha compiuto una brusca e inattesa piroetta, tornando in dicembre alle previsioni sui tassi del giugno 2024, dopo averle abbassate in settembre. È probabile che ne faccia un’altra in direzione opposta.
- Dall’autunno 2023 i rendimenti dei titoli sovrani decennali USA hanno oscillato senza un vero trend, mentre quelli giapponesi sono saliti e quelli italiani sono calati, riportando lo spread ai valori dei primi mesi del Governo Draghi: chapeau, Presidente Meloni.
- I fondamentali non sono cambiati e le statistiche hanno confermato la forza dell’economia USA e la grande debolezza europea, dovuta soprattutto alla crisi dell’automotive tedesca. La Cina va meglio e l’India galoppa. La pace a Gaza aiuterà tutto e tutti.
- L’inflazione è in graduale discesa e le Banche centrali tagliera nno ancora il costo del denaro. Soprattutto la BCE, che deve evitare una c ostosa recessione dell’Euroarea.
- La divergenza di crescita e tassi premia ancora il dollaro.
- Le azioni hanno multipli elevati in USA, ma traggono conforto dall’aumento atteso degli utili.
- I titoli delle banche europee restano sottovalutati, alla luce degli alti utili distribuiti (dividendi e buyback) e nonostante la penalizzazione dei minori tassi di interesse.