Essere Previdenti - CdT | Luglio 2024
La rubrica pubblicata dal Corriere del Ticino e dedicata al tema della previdenza professionale, a cura di Fabrizio Ammirati.
Come valutare una cassa pensioni
Di solito i lavoratori non scelgono un istituto di previdenza, ma si affidano alle scelte del datore di lavoro - Qualche domanda sul piano pensionistico vale sempre la pena farsela
In Svizzera esistono circa 1.400 istituzioni di previdenza che assicurano più di 3,7 milioni di lavoratori. Di questi probabilmente troppo pochi si sono posti la domanda: «ma la mia cassa pensione è buona?».
Normalmente l’iscrizione a un istituto di previdenza viene vissuto in maniera abbastanza passiva. Del resto non potendo scegliere ed essendo una conseguenza del contratto di lavoro, è abbastanza naturale che sia così.
Tuttavia, giova ricordarlo, i contributi versati dal datore di lavoro e dal lavoratore, sommati ai rendimenti realizzati annualmente nel corso della vita lavorativa vanno a formare un patrimonio estremamente importante per ognuno di noi. Inoltre, le coperture assicurative previste dal piano pensionistico in caso morte od invalidità possono garantire la tranquillità finanziaria dei superstiti o dell’invalido. Per questo motivo, qualche domanda sulla validità dell’istituto previdenziale e del piano pensionistico è bene farsela. Inoltre la partecipazione attiva alla governance dell’istituto di previdenza presso il quale si è iscritti rappresenta un diritto di ciascun lavoratore e vale la pena esercitarlo in maniera attiva.
Detto questo e in maniera estremamente semplice, un istituto di previdenza può definirsi «buono», quand’esso è solido, remunera in maniera ottimale i capitali di vecchiaia degli assicurati e offre delle coperture assicurative che vanno al di là dei minimi della legge.
La solidità di una cassa pensione è normalmente misurata dal tasso di copertura, ossia il rapporto tra gli attivi finanziari della cassa e le passività (gli averi di vecchiaia degli assicurati attivi e gli impegni assunti dall’istituto nei confronti degli assicurati).
In generale un istituto di previdenza solido ha un tasso di copertura al di sopra del 100%, ossia possiede abbastanza attività da poter rimborsare in qualsiasi istante agli assicurati attivi i propri averi di vecchiaia e ai beneficiari di rendita il valore attuale di tutte le pensioni future, avendo comunque una certa riserva per gli anni finanziariamente negativi. Condizione necessaria per una buona remunerazione dei capitali di vecchiaia è una buona performance conseguita dagli investimenti finanziari e immobiliari della cassa pensione.
In generale istituti di previdenza con tassi di copertura più elevati possono permettersi allocazioni più dinamiche e conseguono, in media, risultati finanziari più elevati.
Chiaramente esiste una correlazione positiva tra il rendimento finanziario complessivo dell’istituto di previdenza e la remunerazione pagata su gli averi di vecchiaia. Occorre però considerare che il rendimento finanziario realizzato dal patrimonio della cassa è destinato anche alla remunerazione gli impegni pensionistici assunti e viene pure utilizzato per costituire le riserve necessarie per far fronte agli anni contraddistinti da performance negative sul lato degli investimenti.
Per cui, generalizzando, casse pensioni con una maggior quota di pensionati tenderanno a remunerare con meno generosità gli averi di vecchiaia degli assicurati attivi, come pure istituti di previdenza con tassi di copertura più contenuti, tenderanno a ridurre la remunerazione per migliorare appunto il rapporto tra attività e passività, costituendo delle riserve. Al di là degli aspetti di solidità di bilancio e di remunerazione degli averi di vecchiaia è bene considerare le caratteristiche degli elementi assicurativi del piano pensionistico. In particolare, le coperture previste in caso morte o in caso di invalidità.
Spesso il piano previdenziale «paga» solo i minimi di legge, ma con un costo contenuto - per i lavoratori e per il datore di lavoro - si possono ottenere coperture più generose che possono garantire una certa tranquillità finanziaria sia ai superstiti sia all’invalido e che grazie alla collettività sono più economiche di un piano assicurativo privato. Per questo motivo è vantaggioso per le parti coinvolte in fase di contrattazione una visione di insieme che vada al di là della pura remunerazione salariale e che consideri tutti gli elementi del piano pensionistico adottato.